Il termine swarming (in italiano spesso tradotto come “sciami” o “raggruppamenti autunnali”) si riferisce a un comportamento collettivo, tipico di molte specie di pipistrelli temperati, che si manifesta alla fine dell’estate e in autunno. In questi periodi, molti pipistrelli si radunano in prossimità di potenziali rifugi invernali — come grotte, miniere, cavità sotterranee — e compiono voli serali ritualizzati di tipo corteggiamento.
Durante lo swarming, centinaia (talvolta migliaia) di individui, sia maschi che femmine, si muovono intorno all’ingresso dei rifugi, entrando e uscendo, scambiandosi segnali acustici, e talvolta accoppiandosi all’interno dei tunnel o grotte stesse.
Questo fenomeno è distinto dal letargo vero e proprio: avviene prima che i pipistrelli entrino nello stato torpore invernale, e funge da “ponte” tra il periodo attivo estivo e la fase riproduttiva/hibernale.
La scienza non ha ancora una certezza assoluta sul perché i pipistrelli facciano swarming, ma ci sono diverse ipotesi, che non si escludono a vicenda:
Accoppiamento promiscua
Lo swarming è considerato principalmente un sistema di accoppiamento promiscuo (poliginandria): i maschi cercano di accoppiarsi con più femmine, e le femmine possono scegliere tra molti potenziali partner.
Spesso l’accoppiamento, anche se ha luogo in autunno, non porta a fecondazione immediata: le femmine possono immagazzinare lo sperma durante l’ibernazione e fecondarsi solo in primavera.
Scoperta e scelta del rifugio invernale
Lo swarming può permettere ai pipistrelli di “testare” i rifugi: controllare microclimi, stabilità, struttura, umidità, accessibilità. In altre parole, i pipistrelli possono valutare i siti di letargo potenziali durante i voli di swarming.
Scambi genetici e flusso genico
Riunendo individui provenienti da colonie estive diverse, lo swarming favorisce l’incontro tra pipistrelli che altrimenti rimarrebbero isolati e meno connessi geneticamente. Questo contribuisce a mantenere la variabilità genetica e la resilienza delle popolazioni.
“Controllo” dell’habitat
I pipistrelli, tramite questi comportamenti, possono segnalare l’uso e l’importanza di certi siti sotterranei: se un sito è frequentato ogni anno per lo swarming, ciò segnala che ha un valore ecologico elevato (per microclima, accessibilità, sicurezza).
Lo swarming si verifica tipicamente tra la fine dell’estate e i primi mesi d’autunno, con picchi variabili a seconda della latitudine, della specie e delle condizioni climatiche locali.
In molte specie, lo swarming inizia già in agosto o fine luglio e continua fino a ottobre.
In alcune popolazioni, l’attività acustica intensa all’ingresso delle grotte in questo periodo ha aiutato a confermare l’esistenza dello swarming.
Le grotte, miniere abbandonate, tunnel sotterranei, cavità carsiche: questi luoghi fungono da siti di swarming perché fungono anche da potenziali rifugi invernali (hibernacula).
Non tutti i rifugi usati per lo swarming diventano necessariamente siti di letargo — alcuni possono essere solo “luoghi di passaggio”.
In vari studi (es. sul Natterer’s bat, nel Regno Unito) si è osservato lo swarming su una serie di grotte collegate e cluster di siti vicini.
Lo swarming è stato documentato in molte specie europee e nordamericane (ad es. generi Myotis, Pipistrellus, Barbastella, ecc.).
In Europa, ad esempio, la specie Natterer’s bat (Myotis nattereri) è spesso studiata per lo swarming nel Regno Unito.
In Nord America, lo swarming è noto in specie come Myotis lucifugus (little brown bat) e Myotis septentrionalis.
Durante lo swarming, le dinamiche comportamentali e acustiche sono complesse:
I pipistrelli emettono segnali acustici modulati: richiami, richiami di corteggiamento, richiami che indicano posizione, ecc. Questi suoni aiutano nel riconoscimento tra individui, nell’attrazione o nel rifiuto.
Viene spesso osservato un comportamento di “ingresso-uscita” nei tunnel: molti individui esplorano gli ingressi, entrano nei corridoi interni, tornano fuori, ritornano.
Alcuni maschi possono trattenersi svegli più a lungo, riducendo il torpore, al fine di accoppiarsi con femmine che arrivano tardivamente.
Le femmine scelgono tra più maschi: vi è una selezione sessuale attiva, anche se la scelta può dipendere da fattori che non comprendiamo appieno (età, vigore, posizione, segnali acustici).
In alcune specie, si ipotizza che gli accoppiamenti effettivi avvengano in zone interne del rifugio durante le ore più tranquille.
Un punto importante: non tutto lo swarming porta necessariamente a un accoppiamento effettivo — molti passaggi sono esplorativi o rituali.
Una delle caratteristiche più affascinanti della riproduzione nei pipistrelli è l’immagazzinamento dello sperma:
Anche se l’accoppiamento può avvenire in autunno, la fecondazione può essere ritardata: le femmine conservano lo sperma durante l’ibrernazione e lo usano in primavera.
Questo meccanismo consente che la gravidanza si sviluppi in un periodo più favorevole (quando gli insetti sono abbondanti e le condizioni ambientali migliori).
La gestazione nelle specie temperate è spesso breve (alcune settimane), e la nascita dei piccoli avviene nella stagione calda, quando il cibo è disponibile.
In molte specie, le femmine partoriscono un solo piccolo per anno, a causa dell’elevato costo energetico della riproduzione.
Questa strategia riproduttiva “a lungo termine” rende le popolazioni di pipistrelli vulnerabili a perdite elevate: se molti individui non sopravvivono, la popolazione può faticare a riformarsi.
Uno dei ruoli cruciali dei siti di swarming è favorire il flusso genico tra colonie geograficamente separate. Se ogni colonia estiva restasse isolata, la deriva genetica o l’inbreeding potrebbero mettere a rischio la salute genetica. Lo swarming permette un mescolamento tra linee genetiche differenti, migliorando la resilienza delle popolazioni.
Poiché durante lo swarming le femmine scelgono i maschi più efficaci o dotati di migliori segnali, la selezione sessuale può esercitare un ruolo evolutivo importante, migliorando la qualità delle generazioni successive.
I siti di swarming possono essere considerati “hotspot ecologici” della vita dei pipistrelli: la loro importanza è maggiore di un semplice “luogo di passaggio”. Se un sito è regolarmente utilizzato per decenni, la sua perdita può avere effetti a lungo termine sulla struttura della popolazione.
Molte minacce gravano sui siti di swarming:
Disturbo umano
L’accesso alle grotte, l’illuminazione artificiale, il rumore, il contatto diretto possono disturbare i pipistrelli, causando risvegli indesiderati, consumo di riserve energetiche e abbandono del sito.
In progetti di restauro di strutture che ospitano swarming è necessario evitare interferenze e rispettare i periodi critici.
Perdita o degradazione dell’habitat
La distruzione delle grotte, la chiusura o il sigillo dei tunnel, le attività minerarie o urbanistiche possono irreversibilmente compromettere i siti.
Cambio microclimatico
Le condizioni interne delle grotte (temperatura, umidità, ventilazione) sono vitali. Modifiche nel flusso d’aria o alterazioni strutturali possono renderle inadatte al letargo o allo swarming.
Fragmentazione e isolamento
Se le colonie estive vengono isolate da ostacoli, non potranno raggiungere i siti di swarming o li raggiungeranno con difficoltà.
Se un sito di swarming va perso, non è detto che ne compaia uno nuovo facilmente: alcune condizioni geologiche e climatiche sono rare e irreplicabili.
Per garantire la conservazione a lungo termine dei pipistrelli e dei loro ecosistemi, è fondamentale intervenire su più fronti:
Individuazione e mappatura dei siti
È cruciale identificare grotte, miniere e altri rifugi utilizzati come siti di swarming. Monitoraggi acustici (registratori di ultrasuoni), videocamere a infrarossi, catture con reti, trappole acustiche combinate permettono di mappare le specie e le dinamiche.
Controllo degli accessi e regolamentazione
Limitare visite umane nelle fasi critiche dello swarming (sera, autunno) è fondamentale. Barriere leggere (gabbie, cancelli) che non alterino il flusso d’aria possono proteggere i pipistrelli.
Restauro attento
In lavori di restauro o riutilizzo di strutture sotterranee, è importante evitare modifiche che cambino microclima, eliminino cavità o alterino la ventilazione.
Sensibilizzazione e regolamenti legali
Educare i gestori di grotte, speleologi, autorità locali sull’importanza dello swarming. Inserire i siti sotto protezione legale, convenzioni (es. Direttiva Habitat, convenzioni sui chirotteri) può tutelare a lungo termine.
Collegamento tra habitat estivi e siti di swarming
È utile mantenere corridoi ecologici e habitat di transizione (foreste, aree riparie) che consentano ai pipistrelli di muoversi su distanze anche notevoli.
Ricerca continua
È importante finanziare studi che approfondiscano le specie meno note, le dinamiche di accoppiamento, le variabili climatiche che influenzano lo swarming.
Lo swarming nei pipistrelli autunnali non è un comportamento marginale o transitorio: è un passaggio cruciale nella loro ecologia e biologia. Fungendo da ponte tra la vita estiva e l’ibernazione, permette opportunità di accoppiamento, scelta del rifugio e mescolanza genetica tra colonie.
Proteggere i siti di swarming significa assicurare la sopravvivenza a lungo termine delle popolazioni, proteggere la diversità genetica e preservare il ruolo ecologico dei pipistrelli (controllo degli insetti, catene alimentari, salute degli ecosistemi).
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