Isolare le stanze durante i mesi caldi non serve solo per il comfort: è anche una strategia vincente per ridurre i consumi energetici e far durare meno il condizionatore. Infatti, attraverso pareti, soffitto, finestre e porte, entra fino al 30 % del calore esterno, peggiorando notevolmente il clima interno e aumentando i consumi estivi.
Per ottenere ottimi risultati, occorrere un approccio a 360°, che lavori su:
Isolamento a parete (esterno o interno)
Finestre e schermature
Ventilazione controllata
Materiali naturali e riflettenti
Sigillature e ostacoli agli spifferi
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Il cappotto termico (strati isolanti applicati all’esterno) è la soluzione più efficace perché:
Non sottrae spazio agli interni
Permette spessori importanti (es.: 12 cm)
Massimizza lo sfasamento termico, ovvero il ritardo nella trasmissione del calore all’interno.
Materiali consigliati: lana di roccia, fibra di legno, sughero, EPS/XPS e poliuretano. Lo sfasamento ottimale per l’estate dovrebbe essere almeno di 10–12 ore.
Ideale in appartamenti o condomini dove non è possibile intervenire all’esterno. Utilizza pannelli in fibra di legno, sughero, EPS, XPS o poliuretano, installati sotto cartongesso, consentendo buoni risultati pur sottraendo qualche centimetro di superficie utile.
Le finestre sono tra le principali vie di ingresso del calore estivo (25–30 %).
Vetri camera con gas argon o rivestimenti selettivi riflettenti per ridurre l’irraggiamento solare .
Tapparelle, persiane, tende esterne: fermano il calore prima che entri.
Tende termiche / oscuranti (colore chiaro): riflettono fino al 10–15 °F (5–8 °C) in meno all’interno.
Pellicole riflettenti sulle vetrate: diminuiscono l’entrata d’irraggiamento e si integrano bene ai vetri esistenti.
Il calore sale: un sottotetto non isolato trasmette moltissimo calore ai piani sottostanti. Per isolare bene:
Rifai il pacchetto isolante del tetto con materiali ad alta inerzia come fibra di legno, lana di roccia o sughero.
Barriera riflettente (radiant barrier): inserita fra copertura e soletta, riflette il calore radiante del tetto, riducendo la trasmissione verso il basso del 5–10 %.
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