Il borgo del silenzio in provincia di Sondrio

Borgo del silenzio

Nel cuore della Valchiavenna, in provincia di Sondrio, esiste un borgo che viene definito “oasi di pace” e borgo del silenzio: Savogno.
Questo appellativo non è dovuto soltanto all’assenza (o alla scarsità) di traffico o rumori urbani: è il risultato di un isolamento geografico, di un accesso limitato e di una forte impronta storica e architettonica che sembra aver congelato il tempo.

Camminando per le sue viuzze in pietra, tra i loggiati in legno e le facciate antiche, si percepisce una tranquillità rara, interrotta solo dal suono della natura – foglie che frusciano, acqua che scorre, vento tra le montagne. 
È un tipo di esperienza che va al‑di là del semplice “visitare un borgo”: è una pausa dal ritmo quotidiano, un’immersione in una dimensione più lenta e riflessiva.


Dove si trova e come arrivarci

Savogno è situato nella Valchiavenna, nel comune di Piuro (provincia di Sondrio). 
Si trova a circa 932 metri di altitudine
Non è raggiungibile comodamente con vetture ordinarie: una delle vie più suggestive è una mulattiera che parte dalle Cascate dell’Acquafraggia, che porta al borgo attraverso circa 2.886 gradini (o comunque un percorso lungo e impegnativo) immersi nel bosco.

Questo accesso “eroico” è parte del fascino di Savogno: non una semplice gita, ma un’avventura. Chi desidera, può accedere dall’altro versante, ma l’idea è quella di un borgo che volutamente (o storicamente) ha mantenuto una certa distanza dai centri abitati.

Consiglio pratico: se decidi di visitarlo, calzature comode, acqua, magari una pausa in mezzo al bosco prima di arrivare: il percorso richiede un minimo di impegno.


Storia e peculiarità architettoniche

Savogno ha origini antiche: si tratta di un villaggio rurale alpino, la cui architettura testimonia la vita di montagna e la comunità contadina di un tempo.

Tra i tratti distintivi:

  • Case in pietra e legno, con loggiati tipici delle zone alpine.

  • Una chiesa parrocchiale (dedicata ai Santi Bernardino da Siena e Antonio Abate) che risale al 1465, con affreschi e campanile in stile rinascimentale.

  • Stalle, torchio per l’uva, fontane pubbliche antiche: segno della vita comunitaria rurale.

Un episodio storico significativo: nel Seicento, durante la peste, gli abitanti arrivarono al punto di distruggere un ponte per isolarsi dal contagio. 
Il borgo è “ufficialmente” abbandonato dal 1968, anche se in estate alcune famiglie di origine ritornano per trascorrere periodi nelle loro case.

Tutto questo contribuisce a quell’atmosfera “sospesa”, in cui presente e passato convivono: non è un borgo perfettamente restaurato e “vivo” come altri, ma nemmeno completamente dimenticato. È un equilibrio fragile, affascinante.


Perché vale la pena visitarlo

Ecco alcuni motivi validi per mettere Savogno nella lista dei posti da vedere:

  • Pace assoluta: lontano dal traffico, dai rumori urbani, dal turismo di massa. Un luogo dove «il tempo sembra essersi fermato».

  • Natura mozzafiato: il borgo è immerso tra montagne e boschi, l’accesso stesso è un trekking. Le cascate vicine rendono l’esperienza ancora più completa.

  • Architettura autentica: niente facciate perfettamente restaurate in stile “instagram”, ma case che raccontano la vita vera di un tempo.

  • Esperienza “slow”: non è una meta facile, né immediata. Questo rende la visita più gratificante per chi ama i luoghi autentici, non costruiti per il turismo rapido.

  • Fotografia: se ti piace immortalare paesaggi rurali, borghi abbandonati o atmosfere alpine, Savogno offre scorci davvero speciali.


5. Quando andarci e suggerimenti pratici

Periodo consigliato: meglio primavera o inizio autunno: la luce è più morbida, le temperature piacevoli e il borgo realmente godibile. 
In inverno potrebbe essere difficile (a causa del freddo, neve, e della difficoltà di accesso) e in piena estate, pur essendo più semplice, può essere caldo nella fase di salita.

Cosa portare:

  • Scarpe da trekking / scarponcini comodi

  • Acqua e snack per la salita

  • Fotocamera o smartphone con buona batteria: non ci sono servizi “turistici” estesi.

  • Abbigliamento a strati: in montagna le condizioni cambiano.

  • Rispetto del luogo: essendo molto tranquillo e poco frequentato, è importante comportarsi con rispetto (silenzio, niente schiamazzi, niente rifiuti).

Cosa non aspettarsi:

  • Non è un borgo “animato” con tanti servizi commerciali (bar, ristoranti aperti tutto l’anno).

  • Le infrastrutture possono essere minimali: è un’esperienza più “avventura leggera” che “vacanza comoda”.


Itinerario suggerito per la visita

Ecco un possibile programma:

  • Partenza: località cascata dell’Acquafraggia – prendere la mulattiera che sale verso Savogno.

  • Lungo la salita: goditi la natura, fermati per una sosta panoramica.

  • Arrivo al borgo: passeggiata tra le case, visita alla chiesa, loggiati, fontane.

  • Pranzo al sacco o stoppino: magari sotto un portico o un loggiato.

  • Discesa: con calma, godendoti la luce che cambia.

  • Facoltativo: se hai tempo e voglia, esplora i dintorni (boschi, ruscelli) o semplicemente siediti e goditi il silenzio.


Savogno è un vero gioiello nascosto della Valtellina, un luogo che non cerca di essere “turistico”, ma che offre un’esperienza profonda a chi accetta di prendersi il tempo per arrivarci e viverlo.

Se cerchi un borgo “perfetto” con tutti i servizi, potresti restare deluso. Ma se cerchi qualcosa di autentico, silenzioso, immerso nella natura e ricco di storia, allora Savogno è la meta ideale.

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Published by
Sandro Faccinelli