Livigno è un caso geografico davvero particolare. Sebbene si trovi in Italia, le sue acque defluiscono verso il bacino del Danubio, cioè verso il Mar Nero, e non verso il Mar Mediterraneo. Il torrente principale è lo Spöl (detto anche Aqua Granda), che scorre attraverso Livigno, entra nel Lago del Gallo e poi scende in Svizzera, unendosi al fiume Inn, affluente del Danubio.
Secondo fonti storiche e geografiche, lo Spöl è tra i pochi corsi d’acqua italiani non appartenenti al bacino mediterraneo, rendendo Livigno un’enclave idrografica Danubiana.
L’espressione “dal Danubio al Po” rimanda proprio allo spartiacque alpino che attraversa la zona. A pochi chilometri da Livigno, il Passo del Foscagno – unico collegamento stradale aperto tutto l’anno verso la Valtellina – segna il confine idrografico tra due bacini opposti:
Il versante nord, dove scorrono le acque verso il Danubio (tramite Inn e Spöl)
Il versante sud, dove defluiscono nel fiume Adda, affluente del Po, e quindi verso il Mar Adriatico.
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La straordinaria vicinanza tra sorgenti che alimentano due bacini diversi è una curiosità geografica affascinante: la distanza fisica può essere minima, ma la loro acque percorrono rotte completamente opposte — salendo verso il Nord Europa o scendendo verso il Mare Nostrum.
In sintesi, “Livigno dal Danubio al Po” è un’immagine evocativa che racconta la natura eccezionale del territorio:
Da un lato, le acque di Livigno seguono il fiume Inn verso il Danubio e il Mar Nero.
Dall’altro, a poca distanza geografica, c’è l’inizio del versante che alimenta l’Adda, il Po e il Mar Adriatico.
Questa dicotomia spiega perché Livigno è «uno dei comuni italiani non appartenenti alla regione geografica italiana» per quanto riguarda la rete idrografica.
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