Bormio, la tangenzialina dell’Alute è stata riprogrammata

Tangenzialina dell’Alute

Si riaccende la polemica sulla Tangenzialina dell’Alute, il progetto viario che da anni infiamma la comunità bormina.

Durante l’udienza pubblica al Tribunale Amministrativo Regionale della Lombardia è emerso un nuovo capitolo che ha inasprito lo scontro tra Comune di Bormio e associazioni ambientaliste.

Secondo Italia Nostra sezione di Sondrio e il Comitato per la Tutela dell’Alute, il Comune avrebbe omesso di rendere pubblico il Decreto Regionale n. 10524 del 23 luglio 2025, con cui Regione Lombardia avrebbe riprogrammato l’avvio dei lavori della tangenzialina al 28 luglio 2026.

Italia Nostra accusa l’Amministrazione comunale di aver tenuto nascosto per mesi un atto ufficiale che smentirebbe le rassicurazioni fornite ai cittadini.

Il Comune di Bormio, sostengono i firmatari, aveva più volte parlato di una sospensione e di una rimeditazione del progetto dopo i Giochi Olimpici.

Il decreto non conferma alcuna sospensione, ma al contrario riprogramma la ripartenza dei lavori.

Le associazioni contestano inoltre la mancata pubblicazione del decreto, che, a loro avviso, sarebbe obbligatoria in base al Decreto Trasparenza (d.lgs. 33/2013).

La Regione, nel testo del provvedimento, avrebbe invece dichiarato l’atto “esente dagli obblighi di pubblicazione”. Un’esenzione che, secondo i ricorrenti, costituirebbe una “forzatura giuridica” e una violazione delle norme sulla trasparenza amministrativa.

Proprio la scoperta tardiva del decreto ha spinto Italia Nostra e il Comitato a presentare motivi aggiunti al ricorso già in corso davanti al TAR, chiedendo l’annullamento dell’atto regionale.

Durante l’udienza, il Comune di Bormio ha depositato il decreto in extremis, suscitando ulteriori critiche da parte delle associazioni, che parlano di “violazione delle regole processuali”.

L’area dell’Alute, ricordano i ricorrenti, è classificata dalla stessa Regione Lombardia come “Corridoio primario” della Rete Ecologica Regionale (RER), sottoposta quindi a vincoli di tutela. Secondo Italia Nostra, procedere con la tangenzialina significherebbe “calpestare” vincoli e principi sanciti dalla Costituzione, in particolare l’articolo 9, modificato nel 2022 per includere la tutela dell’ambiente e degli ecosistemi “nell’interesse delle future generazioni”.

Italia Nostra e il Comitato chiedono di chiarire pubblicamente la posizione del Comune e di spiegare le ragioni della mancata comunicazione del decreto.

Le associazioni invitano inoltre la Regione Lombardia e l’Amministrazione bormina a rinunciare definitivamente al progetto, definito “anacronistico e dannoso” non solo per l’ambiente, ma anche per le finanze pubbliche, non essendo più legato a esigenze olimpiche.

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Published by
Sandro Faccinelli