Le mosche possiedono occhi composti composti da migliaia di ommatidi, che forniscono un’ottima percezione dei movimenti ma scarsa capacità di distinguere superfici trasparenti come il vetro. A loro occhi, il vetro non appare come un ostacolo, ma come un’apertura: questo le spinge a sbattere in continuazione contro le finestre invece di volare oltre.
Le mosche sono attratte da fonti luminose: entrano cercando il sole o l’illuminazione interna. Ma una volta dentro, non capiscono davvero in quale direzione trovare la luce esterna. Così, anche se una finestra aperta è ben illuminata, non associano necessariamente quella direzione all’uscita, restando disorientate.
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Alcuni studi (es. su Drosophila) mostrano che questi insetti possono essere neofobici verso nuovi ambienti, preferendo restare in spazi familiari. Anche se le dimensioni della stanza e dell’apertura inducono un blocco, le mosche tendono a volare vicino ai bordi, in zone già esplorate, tornando spesso al punto di partenza.
Il vetro riflette la luce e l’ambiente, creando un’illusione di continuità spaziale. La mosca percepisce quindi un ambiente più ampio o senza fine, e continua ad “esplorare”, senza individuare l’uscita.
In genere sono attirati da odori, calore, residui organici all’interno. Una volta entrati, restano motivati a cercare ciò che li ha attratti. L’uscita, invece, non ha quell’attrazione chimica per loro .
| Fattore | Conseguenza |
|---|---|
| Vista limitata | Non percepiscono il vetro come barriera |
| Orientamento alla luce | Non identificano le finestre come vie d’uscita |
| Spazio familiare preferito | Restano in ambienti già esplorati |
| Riflessioni e illusioni | Restano disorientate nei vetri |
| Motivazione interna | Cercano cibo, non l’uscita |
Per “guidarle” verso l’uscita:
Spegni le luci interne, illuminando maggiormente la finestra aperta.
Apri porte e finestre su lati opposti: creare un “corridoio di luce” le spingerà fuori.
Usa trappole naturali (es. aceto + sapone o agrumi e chiodi di garofano) per repellere o intrappolare eventuali intruse.
In conclusione, non escono per difficoltà sensoriali e comportamentali, nonostante abbiano a disposizione più spazio. Ma con un po’ di strategia – far pendere chiaramente la luce verso le uscite – è spesso possibile “far capire” a una mosca dove deve andare.
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