Quando il cappotto termico crea la muffa in casa?

Conoscere quando il cappotto termico può creare muffa in casa è importante, per sapere come muoversi, ed evitarlo. 

L’isolamento termico a cappotto rappresenta oggi una delle soluzioni più efficaci per migliorare l’efficienza energetica degli edifici, contribuendo a ridurre la dispersione di calore e a garantire un maggiore comfort abitativo. Tuttavia, nonostante i vantaggi riconosciuti, permane un dibattito sul suo possibile ruolo nella comparsa della muffa in casa, problema che può compromettere la salubrità degli ambienti domestici.

L’isolamento a cappotto funziona come una barriera protettiva che avvolge l’edificio, riducendo gli sbalzi termici e impedendo la formazione di ponti termici, ovvero quei punti critici in cui il calore interno si disperde e si genera condensa. Questa condensa è la principale responsabile dell’insorgenza di muffa e umidità sulle superfici interne.

Grazie alla sua struttura stratificata, il cappotto termico facilita la traspirazione della casa e limita l’ingresso di umidità dall’esterno, contribuendo a mantenere un clima interno sano e confortevole. L’intervento, oltre a migliorare la qualità dell’aria, permette anche di ottenere significativi risparmi energetici.

Quando il cappotto può favorire la muffa: cause e soluzioni

Nonostante questi vantaggi, in alcune situazioni si segnala la comparsa di muffa dopo la posa del cappotto. Questo fenomeno è generalmente legato a fattori specifici che non dipendono direttamente dall’isolamento, ma da problematiche correlate.

Quando il cappotto termico crea la muffa -valtellinamobile.it

Innanzitutto, se la muffa era già presente prima dell’installazione, è fondamentale rimuoverla con prodotti sicuri e specifici, come soluzioni naturali a base di aceto per macchie leggere, altrimenti il problema persiste coperto dal pannello isolante. Inoltre, difetti di posa, materiali scadenti o uno spessore insufficiente del cappotto possono causare punti freddi e infiltrazioni d’acqua che favoriscono la proliferazione di muffa.

I cosiddetti ponti termici, spesso localizzati su davanzali in marmo o controtelai metallici di serramenti, possono diventare focolai di condensa, specialmente se non si interviene con la sostituzione o l’adeguamento degli infissi.

Un altro aspetto cruciale è il controllo del livello di umidità interna. Un tasso di umidità superiore al 55-60% può contribuire alla formazione di muffa, anche in presenza di un buon isolamento. Per questo motivo, è consigliabile misurare regolarmente l’umidità con igrometri e, se necessario, intervenire con apparecchi assorbiumidità come i dispositivi Air Max, capaci di mantenere l’ambiente entro livelli ottimali (40-55%).

Infine, in presenza di infiltrazioni di acqua o perdite da tubature e tetto, il cappotto da solo non è sufficiente a risolvere il problema, anzi può mascherare i danni. In questi casi, è indispensabile un’accurata diagnosi tecnica e interventi di riparazione mirati.

L’importanza di una corretta installazione e manutenzione

La qualità dell’installazione è cruciale per evitare che il cappotto diventi un veicolo di umidità interna. La supervisione della Direzione Lavori e l’uso di materiali certificati e adeguati allo specifico contesto ambientale sono elementi imprescindibili per garantire l’efficacia dell’intervento. Solo così si può assicurare che l’isolamento funzioni come previsto, prevenendo la formazione di muffa e migliorando la salubrità degli spazi abitativi.

In sintesi, il cappotto termico non crea muffa, ma la sua efficacia dipende da una corretta progettazione, posa e gestione dell’umidità interna. In presenza di un cappotto mal posato o di problemi strutturali preesistenti, è necessario intervenire tempestivamente per evitare danni più gravi e garantire ambienti domestici sani e confortevoli.

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Redazione T