Tutti abbiamo almeno un elettrodomestico con la spia rossa accesa o un caricabatterie sempre attaccato anche quando non serve. Quello è il fenomeno del “consumo fantasma”: un assorbimento di energia anche a dispositivo spento o in modalità standby.
Moderna realtà europea: fino al 15% del consumo energetico di una famiglia deriva da apparecchi inattivi lasciati collegati.
Cifre nazionali e internazionali: in Europa una famiglia media consuma mediamente 305 kWh/anno per effetto standby (11% del totale domestico). Alcune stime parlano di un risparmio di 90 € l’anno per famiglie numerose e 50–100 € in contesti con molti dispositivi.
Gli elettrodomestici che restano in standby includono TV, decoder, console, modem, computer, caricabatterie, macchina del caffè, microonde e climatizzatori. Ognuno consuma da 1 W fino a 80 W, a seconda del tipo e dell’età.
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Single o coppie: risparmio stimato tra 18 € e 40 € annui.
Famiglia media/ampia: da 50 € fino a 90 € l’anno, specie in case con molti dispositivi.
Esempi su apparecchi specifici:
TV: circa 1 € l’anno (4 kWh).
Microonde: fino a 27–31 kWh/anno, ossia 7–8 €.
Condizionatori: standby da 2 W fino a 80 W, con costi variabili.
In sintesi, la somma dei piccoli consumi genera spesa significativa, specialmente in abitazioni tecnologicamente “ricche”.
Pro:
Risparmio concreto: fino a 100 €/anno in famiglie con molti dispositivi.
Maggiore sicurezza: riduce rischi di surriscaldamento, cortocircuiti e sovratensioni.
Benefici ambientali: minori emissioni di CO₂ rispetto alla produzione dell’energia sprecata.
Contro:
Beneficio minimo per pochi dispositivi: circa 2–3 € l’anno per apparecchi moderni.
Scomodità quotidiana: scollegare e ricollegare più volte la spina può deteriorare i cavi e risultare fastidioso.
Prestazioni compromesse: alcuni dispositivi riconfigurano impostazioni o impattano sugli aggiornamenti automatici; meglio usare multiprese con interruttore
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